In corso“opera”: è un’idea progettuale che nasce dalla parola stessa, opera.
Opera: sostantivo femminile, perché femminile è la nascita. “Opera” sta alla nascita delle “cose” realizzate dall’ingegno creativo dell’uomo: opera artistica; opera dell’uomo; opera pubblica; contratto d’opera; opere di misericordia; teatro dell’opera; grandi opere; mettersi all’opera; opera musicale; posa in opera; mano d’opera; opera omnia... E così via dicendo, questo sostantivo si moltiplica nelle varie definizioni, per poi trovare la sua concretizzazione in fare, realizzare, attuare, agire, lavorare... Tutti verbi che trovano collocazione intorno alla figura umana.
Da qui l’idea progettuale: arrivare alla narrazione di più o meno grandi “opere”, pittoriche, musicali, architettoniche, filosofiche, ecc, ecc, attraverso il racconto del vissuto degli uomini che le hanno realizzate. Il racconto dei pregi ma anche e soprattutto delle debolezze di questi personaggi in quanto esseri umani, crea una grande vicinanza all’utente spettatore. Narrare fatti e "fattarelli" intorno “all’opera” realizzata e come queste persone “speciali” vivessero il quotidiano in quel determinato periodo storico, ecc, ecc, chiaramente senza mai banalizzare, genera una forma di attenzione positiva verso “l’opera” oggetto di narrazione. Da qui la costruzione di un prodotto culturale “moderno”, che non si rivolge sempre e solo ad un élite, ma trova la sua collocazione culturale e “commerciale” in un’utenza più ampia.
E’ un prodotto teatrale/musicale narrativo che attraverso la vita vissuta di grandi personaggi, insegna sì le loro “opere”, ma anche le vicende del suo vivere sociale, a volte anche banali, ma proprio per questo più umano, più reale più comunicativo. Tutto questo non ha un confine o un recinto, anzi prende vita ogni volta che c’è qualcuno che racconta e qualcuno che ascolta. Da qui la sua valenza didattica in quella che diventa una Lezione/Spettacolo, dove l’affabulazione del Cantastorie è finalizzata a promuovere la conoscenza delle “opere” e dei loro autori.
La metodologia per la costruzione teatrale del racconto è' quella della ricerca letterale e musicale. La partenza: un vuoto da colmare. Studio del territorio. Ricerca biografica del “personaggio” da narrare: la vita, il contesto storico, le vicende e situazioni personali, i suoi pregi ma anche le sue debolezze umane, il territorio in cui ha vissuto, le “opere” che ha prodotto, ecc, ecc. Quindi da questa base di partenza di riferimenti diretti, inizia il lavoro di ricerca “del non detto”, dei riferimenti indiretti, degli aneddoti, delle tradizioni e dei racconti popolari o magari delle leggende, che hanno fatto parte del vissuto del “personaggio” da narrare e delle “opere” che ha prodotto. Nell'ambito specifico musicale la ricerca si approfondisce nella produzione musicale dell'autore.
Non si tratta di un vero e proprio teatro di narrazione centrato su un fatto storico indiscutibile ma un teatro di narrazione emozionale e al tempo stesso didattico, fatto che pone come base di partenza allo sviluppo narrativo, non la didascalica diffusione delle “opere” del grande artista, letterato, scultore o musicista che sia, ma la persona che le ha eseguite: il suo vissuto, l'intreccio con il contesto storico, le sue passioni, i suoi difetti, i suoi amori, quello che mangiava o come vestiva, insomma tutto quello del suo vivere la vita di tutti i giorni insieme alla gente.